Discalculia – Il Disturbo Specifico di Apprendimento del calcolo

Il Disturbo Specifico di Apprendimento del calcolo

Il calcolo.

Impariamo le tabelline: 2×1=2; 2×2=4; 2×3=6;…Ora risolviamo l’operazione 3:4=?

Il calcolo non si apprende come impariamo le tabelline. Per memorizzare le tabelline usiamo la nostra memoria fonologica (quel tipo di memoria che ci consente di ricordare i suoni mentre si legge), nel calcolo abbiamo bisogno di ricorrere a strategie di composizione e scomposizione in fattori, arrotondamenti alla decina, e così via. Questo accade in quanto il calcolo è una competenza cognitiva volontaria che consente una elaborazione e trasformazione da uno o più dati in ingresso in uno o più risultati.

Gli studi presenti in letteratura ci confermano che il calcolo è in sé un’operazione strategica che si può apprendere tramite strategie pertinenti, ma non attraverso procedure meccaniche.

Molti bambini, nel loro percorso di apprendimento a scuola, faticano ad apprendere le competenze di base per poter effettuare calcoli matematici. In alcuni casi, la fatica nello svolgere calcoli, recuperare a mente dati o procedure, o fatti numerici indispensabili per risolvere alcune operazioni di base, diventa molto complesso e comporta grande fatica. A volte, alla base, troviamo un vero e proprio Disturbo Specifico di Apprendimento del calcolo che prende il nome di Discalculia.

 

La Discalculia

DiscalculiaLa Discalculia è uno dei Disturbi Specifici di Apprendimento che riguarda l’abilità di numero e di calcolo. Come gli altri disturbi di apprendimento è un disturbo “evolutivo” e si caratterizza per due diversi profili di funzionamento. Nello specifico:

  1. una debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica
  2. una debolezza nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e di calcolo (recupero dei fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto)

Nel primo caso parliamo di “cecità del numero“, ovvero di un deficit che si manifesta nel riconoscimento e nella comparazione di quantità semplici, nella difficoltà a distinguere maggiore da minore, e ad esempio a capire se 2 è maggiore o minore di 6. È una carenza di intelligenza numerica basale, ovvero di quelle operazioni cognitive che ci consentono di riconoscere ad “un primo sguardo” una quantità, “subitizing“, nei meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente (per saperne di più leggi articolo “imparare a contare”).

Secondo la Prof.ssa Daniela Lucangeli (*): “Si osserva cattivo funzionamento in aree cerebrali completamente diverse da quelle implicate nella dislessia. Fortunatamente la percentuale di bambini che ricevono una diagnosi di questo tipo è solo dello 0,2% circa”.

Nel secondo caso rientrano in questa categoria diagnostica i bambini che faticano ad incolonnare i numeri nello spazio del foglio, che sbagliano a leggere e scrivere i numeri, ad esempio il numero “6″ scambiato con il “9”, che fanno fatica a ricordare a memoria le tabelline, ma anche fatti semplici, come 15+15, 50+50, e così via, e commettono degli errori nel risolvere le operazioni scritte, addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni. “L’apprendimento del calcolo include dunque anche competenze di natura verbale, per esempio il lessico numerico (leggere e scrivere i numeri), il recupero di fatti numerici dalla memoria verbale, le procedure verbali di esecuzione” (*).

 

Come evolvono le abilità numeriche e di calcolo nei bambini?

DiscalculiaSolitamente quando è presente un disturbo specifico di apprendimento dell’abilità di numero e di calcolo osserviamo un rallentamento in alcune tappe di sviluppo importanti per l’acquisizione di queste abilità.

Quali sono dunque le tappe che un bambino a sviluppo tipico dovrebbe seguire per apprendere con regolarità i principi base delle abilità numeriche?

Dopo i 3 anni à I bambini dopo i 3 anni di età dovrebbero aver appreso il conteggio automatico e l’abilità di contare gli oggetti (per saperne di più leggi l’articolo IMPARARE A CONTARE)

Verso i 4-5 anni i bambini nel periodo dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia dovrebbero essere in grado di leggere e scrivere alcuni numeri in cifre; apprendere le etichette numeriche associate alle quantità (1-2-3…); unire in rete questi elementi relazionandoli al concreto attraverso il linguaggio.

 

Come facciamo a capire che si tratta di un DSA?

Parliamo di Disturbo specifico di Apprendimento e dunque anche di Discalculia quando si osserva che l’esercizio ripetuto nel tempo non migliora la prestazione. Questi bambini e ragazzi difatti, anche a seguito di numerosi recuperi, esercizi, attività costanti sui numeri e calcoli, fanno fatica ad automatizzarne le procedure.

C’è da sottolineare tuttavia che tutti i disturbi di apprendimento possono migliorare, essendo disturbi evolutivi. “Molto dipende dall’intensità e dall’età in cui vengono individuati, nonché dalla “plasticitàcerebrale, incrementabile anche con la didattica oltre che con la riabilitazione funzionale. Per quanto riguarda i bambini con profilo di difficoltà e/o disturbo specifico del calcolo, la raccomandazione, condivisa da tutti i ricercatori e i clinici, è quella di individuare il tipo di intervento a partire dagli errori specifici, privilegiando così un lavoro personalizzato, mirato a potenziare le reali difficoltà del soggetto. Per questa ragione, tempistiche e strumenti da impiegare vengono stabiliti sulla base del profilo del singolo bambino, profilo emerso da un procedimento diagnostico accurato.

La cosa importante è che ogni intervento sia costruito ad hoc per ogni singolo bambino. Infatti, non tutti i bambini con disturbo dell’apprendimento sono uguali: all’interno di ogni disturbo si possono identificare diversi sotto-profili sui quali si deve operare in maniera specifica. Solo in questo modo si possono ottenere dei miglioramenti » cit. Daniela Lucangeli (*).

 

Per saperne di più leggi pagina DSA e info DSA.

*Daniela Lucangeli, Professoressa di Psicologia dello sviluppo presso l’Università degli Studi di Padova, è esperta di psicologia dell’apprendimento. È autrice di articoli di ricerca e di intervento nell’ambito dell’apprendimento matematico. È membro di associazioni scientifiche nazionali e internazionali nell’ambito della psicologia dello sviluppo e dell’apprendimento, e presidente nazionale CNIS (Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati).